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Vita missionaria

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L’Amico del Popolo 20 SETTEMBRE 2018 - N. 37

COSTA D’AVORIO - Il ricordo a 25 anni dall’assassinio di un missionario amico dei Bellunesi Padre Adrien: più forte dell’odio, più forte del sangue! «È proprio quel prete di qualità che ci hanno strappato, quell’uomo di bene, quell’uomo di Dio!»

L’esperienza missionaria di padre Adrien

che si trattasse di un fur- to. Ancora oggi il motivo di quell’omicidio è senza rispo- sta. E varie sono le ipotesi, oltre a quella, praticamente da escludere, del furto. Forse una setta sedicente “Disce- poli del rabbi Gesù”? Mem- bri di un villaggio estre-

entusiasta di quei giovani che si sentivano incoraggiati da lui…». I funerali e l’eredità di padre Adrien Continua don Ezio: «Du- rante i funerali conoscemmo altre qualità di padre Adrien dalla voce di un confratello e amico, padre Carteron: «Adrien era una potenza d’accoglienza eccezionale, un fratello universale. Chi veniva non era mai rigettato e non tardava a diventargli amico. Una persona arriva con la sua tristezza... Adrien la consola; uno arriva con i suoi problemi... Adrien lo consiglia; uno arriva sem- plicemente per restare un pochino con lui, per gusta- re la sua amicizia, la sua fraternità... che rimanga qualche ora, qualche gior- no! Adrien viveva volentieri nei nostri villaggi, condivi- dendone la vita quotidia- na, dormendo là dove voi dormite, mangiando quello che voi mangiate: amava vivere nei vostri villaggi, essere vicino a tutti, vecchi, giovani, bambini. Flessibi- le, facilmente adattabile, a suo agio ovunque, Adrien era un uomo libero e indi- pendente, l’esatto contrario del bigotto e del lecca-piedi. Non amava le costrizioni, lui stesso non imponeva, non decretava: proponeva e ascoltava... È proprio quel prete di qualità che ci han- no strappato, quell’uomo di bene, quell’uomo di Dio, as- sassinato di notte allo stes- so modo di come fate qui con le bestie selvagge della savana! Dio Padre, ecco tuo figlio che arriva: viene da Te come Gesù; guarda: è vesti- to di bianco... ma se guardi bene, sul suo corpo vedrai il

Come aiutare È possibile sostenere i missionari: • presso gli Uffici del Cen- tro missionario, a Belluno in piazza Piloni 11, tel. 0437 940594 centro.missionario@diocesi.it www.centromissionario.diocesi.it • con bonifico bancario: IT73U0200811910000002765556 IN MISSI NE Accanto alla missione di Sakassou, in Costa d’Avo- rio, dove hanno operato per quasi 30 anni alcuni nostri missionari diocesani “Fidei Donum”, 25 anni fa veniva ucciso nella mis- sione di Béoumi un missionar io francese, padre Adrien Jeanne, di anni 56. Nato in Nor- mandia (Francia) nel 1937 a Mesnil- Vénéron (diocesi di Coutances), quarto di dodici figli, dal 1962 membro della con- gregazione SMA (Società Missioni Africane), padre Adrien era in Costa d’Avo- rio dal 1967, dove ha servito come missionario fino alla morte, con qualche ritorno in Francia o in Germania per motivi di studio. Nel 1991 è stato nomina- to parroco di Béoumi e qui ha iniziato a collaborare più strettamente con don Virgi- nio De Martin e don Ezio Del Favero, i missionari bellune- si di Sakassou, la missione confinante. Béoumi, come Sakassou, è un paese ricco di tradizioni e ancora legato ai riti animisti, essendo nel cuore della regione Baoulè, un popolo ancora molto le- gato alle tradizioni degli avi. L’omicidio di padre Adrien Proprio a Béoumi, nella notte tra il 14 e il 15 marzo 1993, padre Adrien viene as- sassinato durante il sonno, da due colpi di fucile tirati dalla finestra. Non rubarono nulla, ma misero le stanze sotto sopra per far credere mamente feticista del luogo? Sicari inviati da qualche persona autore- vole? Il 19 marzo il corpo del Padre è stato solenne- mente trasportato nella cattedrale di Bouakè, in mezzo a una folla immensa e silenziosa, “co- me l’ultima tappa della Via Crucis”, ha commentato un cristiano… Un bellunese ricorda padre Adrien Sul periodico “Notizie” nu- mero 30, edito dal nostro Uf- ficio Missionario Diocesano, don Ezio Del Favero, missio- nario in Costa d’Avorio dal 1990 al 1997, così ricorda il missionario assassinato: «Padre Adrien, missiona- rio francese, è stato ucciso nella missione accanto alla nostra la sera del 14 marzo 1993 a scopo «sacrificale». Quel sangue, rubato da sel- vaggi per compiere sacrifici «diabolici», ha generato e in- naffiato un grande e mera- viglioso giardino di giovani cristiani. Un paio di mesi prima ero andato a trovare padre Adrien per aprire un gruppo di scout cattolici nel- la sua parrocchia di Béoumi. Lui aveva accettato di buon cuore l’idea, dando la sua piena disponibilità. In seguito, i futuri scout lo conquisteranno, ottenen- done l’appoggio. Il padre era Congo - Don Brice col suo Vescovo durante l’ordinazio- ne sacerdotale. BELLUNO - CONGO Celebrazione di ringraziamento con don Brice Brice è un giovane presbi- tero del Congo Brazzaville. Ha frequentato, oltre ad altri, anche il nostro Semi- nario Diocesano. È stato ordinato sacerdote nel Pa- ese africano lo scorso 1 lu- glio 2018 dal vescovo Louis Portella Mbuyu, presidente della Conferenza Episcopale del Congo e delle Conferen- ze Episcopali della Regione Africa Centrale. A Belluno celebrerà una Santa Messa di “Rendimento di grazie” (come dicono in francese) con le persone bellunesi che gli sono state più vicine, tra cui i parrocchiani di Sargnano, Longarone, Pieve d’Alpa- go, gli amici seminaristi, i sacerdoti e gli amici che lo hanno accompagnato in que- sti anni.

Costa d’Avorio - Bambini del popolo Baoulè.

Costa d’Avorio - Il vescovoGiuseppe Andrich e nostri mis- sionari tra i Baoulè.

segno delle ferite. Chiama Tommaso, che guardi, che tocchi! Adrien ha piantato, ha lavorato, ha seminato la Parola di Dio, annaffiandola col suo sudore. Quella Parola è germinata, ha portato dei frutti. E da qualche giorno, annaffiata di sangue, è de- stinata a crescere ancora di più... Assassini! Non vale la pena che vi affanniate an- cora... Quando uccidete dei preti, uccidete il Cristo... e Lui è più forte della morte, è più forte dell’odio. Crede- te di uccidere la Chiesa? E proprio grazie al sangue che pianta radici e poi cresce e poi porta frutti: grazie al sangue...».

I frutti del martirio di padre Adrien Molti considerano padre Adrien un martire, che ha dato la vita per quello che era diventato il suo popolo, i Baoulè. Un esempio è dato dalle centinaia di giovani di- venuti cristiani, molti scout cattolici. Come germogli sbocciati dal sangue di pa- dre Adrien, quei giovani testimoniano ancora oggi, con la loro presenza, il loro impegno e le loro scelte, la forza e la fragilità del fragile involucro del seme, destina- to, una volta caduto in terra, a portare molti frutti... Edieffe

BOLIVIA L’incontro con due “discoli”

Mi sembra che Oruro in Bolivia, dalle no- stre parti, sia una città poco nota, invece in tutto il Sudamerica è famosa soprattutto per il suo carnevale, che viene considerato secondo solo a quello di Rio. Ero in viaggio con mia moglie a bordo di uno scassato fur- gone e dovevamo passare per quella città proprio durante gli ultimi giorni di questa manifestazione. Al nostro arrivo, la sera, avemmo la prima sorpresa. L’albergo, che avevamo prenotato in anticipo, ci sparò un prezzo triplicato rispetto a quello pattuito con la prenotazione. A nulla valsero le nostre credenziali condite con parole che non dico, ma alla fine dovemmo cedere se non voleva- mo dormire sotto le stelle, cosa questa poco raccomandabile in paesi dove la delinquenza è di casa. Avevamo sì l’indirizzo di una par- rocchia lì vicina, dove provammo a bussare, ma neanche lì trovammo sistemazione per- ché il missionario ci disse che aveva affittato tutta la canonica a pellegrini venuti per il carnevale. La necessità fa virtù! Ci consul- tammo e, visto il prezzo pagato, decidemmo di fermarci il giorno dopo per vedere la sfi- lata dei carri e delle maschere e così eccoci in mezzo a un’indescrivibile marea di gente coloratissima che ci spingeva, ci tirava e ci montava sui piedi. Data la nostra esperienza, badammo a tenerci ben stretti i nostri beni materiali, con speciale riferimento ai soldi e ai passaporti, ben sapendo che quella è la classica situazione per essere derubati. Dopo un bel po’ di ore, decidemmo che avevamo vi- sto abbastanza e sfuggendo da quella bolgia ci fermammo davanti a un bar, individuato

in una strada laterale, poco frequentata. Ordinammo un paio di birre e qualche cosa da mangiare, continuando a parlare tra di noi in dialetto bellunese. Il tavolino vicino al nostro era occupato da due uomini, molto interessati a noi. A un certo punto non ne poterono più e ci chiesero: “Siete Brasiliani?” “No, siamo italiani!” L’interesse per noi creb- be a dismisura e, dopo un po’ di preamboli, ci raccontarono la loro vita. Tutti e due sulla quarantina, con famiglie a carico composte da mogli e figli. Avevano l’aria di ragazzi che avevano fatto una scappatella. Infatti ci fecero pensare a due discoli che erano scap- pati di casa, per potersi concedere, visto il giorno di festa, il “lusso” di un paio di birre. Non ci chiesero nulla, avevano soltanto la voglia di aprire il loro cuore a qualcuno che avesse voglia di ascoltarli. Erano minato- ri, un lavoro pericoloso … per pochi soldi … tante piccole bocche da sfamare, il tut- to in un contesto di povertà generalizzata. “Gli unici aiuti, specialmente per medicine e vestiario, ci vengono dalla parrocchia”, ci dissero. Passando alla situazione economica e politica in generale: “Le ricchezze sono in mano agli Usa, ai quali dobbiamo un sacco di soldi. Adesso si stanno affacciando anche i cinesi, che vorrebbero coprire il debito e diventare il nostro nuovo partner, ma si trat- terebbe solo di cambiar padrone … è il debito da cancellare!”. Il sole tramontò e a questo punto dovevamo riprendere il nostro viaggio. Li salutammo con affetto e con il cuore gonfio ci dirigemmo verso il nostro furgone… Mario Bottegal

di Kinkala. La Santa Messa sarà cele- brata nella chiesa di Santo Stefano in Belluno, venerdì 21 settembre alle ore 19.00. Seguirà un rinfresco per tutti. L’équipe dell’Ufficio Missionario

Don Brice desidera così salutare e ringraziare i suoi amici e benefattori bellune- si, prima di ripartire in ot- tobre per servire come sacer- dote la sua diocesi congolese

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