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Lettera ai sacerdoti

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L’Amico del Popolo 20 SETTEMBRE 2018 - N. 37

il testo

PAstorale diocesana Il rapporto sperimentale tra parrocchie e foranie-decanati Salvate tutte le parrocchie, 6 convergenze foraniali saranno sperimentate lungo tutto il 2018-19

del vescovo

Di seguito il testo integrale della lettera, datata 12 set- tembre, del Vescovo (sottoli- neature originali): Carissimi Presbiteri, ci accingiamo a iniziare l’anno pastorale 2018-2019, forse con qualche trepida- zione, ma - mi auguro - an- che con la fiducia di poter compiere ulteriori passi nel cammino intrapreso, evo- cato dal tema degli orienta- menti pastorali: Comunità costruite sul Vangelo. Vorrei richiamare i sog- getti a cui gli orientamenti sono particolarmente indi- rizzati. Nella lettera di ac- compagnamento è scritto: «Alle comunità parrocchiali della Chiesa di Belluno Fel- tre, in particolare ai presbi- teri, ai Consigli pastorali, a quanti sono chiamati a un servizio di progettazione e di animazione in parroc- chia». Indirizzando questa let- tera al Presbiterio, intendo raggiungere anche le no- stre comunità parrocchiali, soprattutto nelle persone che stanno dando la loro di- sponibilità di servizio eccle- siale, tra queste senz’altro anche i diaconi permanenti. Un secondo pensiero di inizio fa riferimento diretto a quanto ci siamo detti du- rante l’Assemblea del pre- sbiterio il 31 maggio scorso, al Santuario del Nevegàl. Sotto il titolo «Questioni e prospettive di configurazio- ne pastorale della Diocesi» erano stati abbozzati alcu- ni punti che poi sono stati ripresi e ulteriormente svi- luppati negli orientamenti pastorali, specificatamente il quinto punto (La prossi- mità e la collaborazione tra le comunità parrocchiali) e il sesto punto (Le foranie per sostenere e promuovere la collaborazione tra parroc- chie). Intendo ora dedicare que- sta lettera al rapporto tra decanati/foranie e parrocchie al fine di dare alcune indi- cazioni su cui impegnarci lungo il corso di questo anno pastorale. Questa lettera, dunque, assume anche il carattere di disposizione diocesana in cui tutti siamo impegnati. 1. L’anno pastorale che ci sta dinanzi è decisivo per portare a compimento il rinnovo degli organismi diocesani, in particolare il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale dioce- sano giunti a fine mandato il 31 dicembre 2017. Avevo chiesto la loro pro- roga all’inizio del mio mini- stero in diocesi. Nei prossimi tre mesi - prima della celebrazione del Natale - ci impegniamo a portarne a compimento il rinnovo. La condizione perché questo sia possibile è data da un’adeguata rappresen- tatività della diocesi nella sua variegata composizione territoriale e pastorale. Il primo passo fondamentale è stata l’attivazione dei Con- sigli pastorali parrocchiali avvenuta in quasi tutte le parrocchie nell’anno appena trascorso. Ma per ottenere un’efficace e reale rappre-

ta particolare per chiarire che tali disposizioni non ri- guardano la figura dei due «arcidiaconi» - del Cadore e di Agordo - che, pertanto, continuano a svolgere la loro funzione in particolare nel contesto civile, anche se in modalità diverse. Viene, però, disgiunto l’ufficio di vi- cario foraneo in conformità al can.554 § 1 Confido che, nel segno della fiducia e della carità fraterna, riusciremo ad at- tivare questi aspetti di vita pastorale e di stile sinoda- le. Certamente non sono il «cuore» del Vangelo, ma ci possono aiutare a viverlo meglio nelle nostre comuni- tà nel rispetto e nella valo- rizzazione del Popolo di Dio a cui papa Francesco ci ha sollecitati con la Lettera al Popolo di Dio pubblicata il 20 agosto scorso: «È impos- sibile immaginare una con- Con lettera del 12 settem- bre, indirizzata innanzitut- to ai preti diocesani, il ve- scovo Renato ha dato forma all’indirizzo che si intende dare alla diocesi in merito alle foranie. Ma suo esplicito desiderio è di «raggiungere anche le nostre comunità parrocchiali, soprattutto nelle persone che stanno dando la loro disponibilità di servizio ecclesiale». Egli dà atto della riflessione e della condivisione che è avvenuta a vari livelli, coinvolgendo il consiglio pastorale diocesa- no, il collegio dei vicari fora- nei, il presbiterio diocesano. Queste disposizioni impe- gnano la diocesi, ma hanno il carattere della «sperimen- tazione», come il Vescovo tiene a chiarire: «Questo ancora non significa “can- cellazione” della preceden- te organizzazione foraniale, ma possibilità di provare un suo adeguamento alle nuo- ve esigenze pastorali». Nel prossimo anno la sperimen- tazione si concretizzerà nel rinnovo del Consiglio pasto- rale diocesano e del Consi- glio presbiterale. Dopo la sperimentazione si potrà «determinare una configu- razione pastorale più stabile del nostro territorio dioce- sano». In questa fase di speri- mentazione, saranno sei i raggruppamenti, le «con- vergenze» foraniali: 1. Decanato di Cortina d’Ampezzo - Forania del Ca- dore - Forania del Comelico 2. Forania di Zoldo e di Longarone - Forania dell’Al- pago 3. Forania di Belluno 4. Decanato di Livinallon- go - Forania di Agordo 5. Forania di Santa Giu- stina - Forania di Sedico 6. Forania di Feltre - Fo- rania di Lamon - Forania di Pedavena A breve, il Vescovo nomi- nerà quindi sei “pro-vicari

versione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione atti- va di tutte le componenti del Popolo di Dio». L’emergenza pastorale nella nostra diocesi è evi- dente a tutti. Non ci spa- venta però e neppure ci fa perdere quella speranza che ogni giorno la Parola di Dio illumina. Ci aiuteremo anche nella fatica. Concludo esprimendo sen- timenti di profonda gratitu- dine al Presbiterio, ai dia- coni, ai Consigli pastorali, a tutti coloro che sono impe- gnati in un qualche servizio ecclesiale. Un grazie particolare va ai vicari foranei e decani che fino a oggi hanno avuto la pazienza e la cura di portare a compi- mento il loro servizio . Un fra- terno e cordiale saluto. Belluno,12 settembre 2018 + Renato Marangoni foranei”, il cui compito sarà anzitutto quello di sostenere «le operazioni di elezione dei rappresentanti laici in Con- siglio pastorale diocesano» e dei preti nel Consiglio pre- sbiterale, oltre che dar vita ai “coordinamenti foraniali”, formati dai parroci e da un rappresentante di ogni con- sigli pastorale. Il Vescovo sottolinea an- cora come sia «importante non stravolgere la natura» delle foranie e dei decanati (i due termini nel diritto ca- nonico si equivalgono): esse «non sono “enti ecclesiastici” o “enti civili” come invece lo sono le parrocchie e la dio- cesi», ma «sono “strumenti” pastorali che le devono favo- rire». Le foranie permettono che «le singole parrocchie non siano mondi a sé stanti o isole, ma fan sì che si pos- sano coordinare e aiutare in alcune esigenze pastorali e possano operare in comu- nione con la diocesi», come istanza intermedia. L’inten- to di è «di “salvare” tutte le comunità parrocchiali, af- francandole dall’isolamen- to e quindi da un’ulteriore consumazione delle proprie risorse, supportandole con- testualmente sia nella col- laborazione tra di esse sia in un contesto foraniale». Ormai si fa chiaro dove ci stanno portando i tempi: lo scambio e l’aiuto vicendevoli tra le parrocchie sono neces- sari per la loro vitalità; del resto, il ministero stesso dei preti è «ormai da tempo è in questa condizione», visto che 123 parrocchie su 158 han- no il parroco in condivisio- ne; inoltre in molte di queste parrocchie è stato avviato o sta per essere avviato un Consiglio pastorale parroc- chiale unitario. In questa linea si inseriranno anche i “coordinamenti foraniali”, annunciati negli Orienta- menti pastorali del 25 luglio scorso. DF

di collaborazione: il Consi- glio pastorale parrocchiale unitario (Cppu), la cateche- si, altre iniziative pastorali. È evidente che la necessaria prospettiva di consolidare le collaborazioni tra le parroc- chie in tutto il territorio del- la diocesi richiede una diversa dimensione della struttura fo- raniale o decanale , definen- done meglio la funzione che questa svolge. 6. L’intento è quello di «salvare» tutte le comunità parrocchiali , affrancandole dall’isolamento e quindi da un’ulteriore consumazione delle proprie risorse, sup- portandole contestualmente sia nella collaborazione tra di esse sia in un contesto fo- raniale. Ora è necessario anche attivare il «Coordinamento foraniale», come spiegato nel «foglio di lavoro» di cui sopra, per designare i rap- presentanti nel Consiglio pastorale diocesano e per coordinare alcune esigenze pastorali territoriali. 7. Al fine di dare attuazione a tutto questo e permettere di operare ulteriori passaggi senza arrestare il cammino di sinodalità intrapreso, in conformità alla Evangelii gaudium, è necessario che impostiamo l’anno pastora- le 2018-2019 - in termini di sperimentazione - con que- ste caratterizzazioni: a. Fino alla verifica da farsi alla fine dell’anno pastorale i decanati e le fora- nie si attiveranno secondo le sei convergenze descritte so- pra . Questo ancora non si- gnifica «cancellazione» della precedente organizzazione foraniale, ma possibilità di provare un suo adeguamen- to alle nuove esigenze pasto- rali. b. La collocazione fo- raniale di alcune parrocchie ha bisogno di essere meglio chiarita, tenuto conto del- la finalità sussidiaria che caratterizza la forania. La sperimentazione stessa of- frirà l’opportunità per tale chiarimento. c. A tal fine con un mandato fino alla fine dell’anno pastorale saran- no nominati dal vescovo sei «pro-vicari foranei» , «non legati all’ufficio di parroco di una parrocchia determi- nata» (Cic can.554 § 1), per accompagnare i passaggi contemplati dagli orienta- menti pastorali e dalle ulte- riori indicazioni diocesane. In particolare i pro-vicari sosterranno le operazioni di elezione dei rappresentanti laici in Consiglio pastorale diocesano e dei rappresen- tanti presbiteri nel Consi- glio presbiterale. d. Inoltre nelle sei «convergenze foraniali» sa- ranno sperimentati i « Coor- dinamenti foraniali », formati da tutti i parroci e i vicari parrocchiali e da un rappre- sentante di ogni Consiglio pastorale parrocchiale (di norma chi svolge il compito di vicepresidente). Il Coor- dinamento foraniale vedrà, in seguito, l’opportunità di cooptare altre figure mini- steriali significative. e. Aggiungo una no-

PIEVE DI CADORE - Un incontro foraniale. Le foranie sono chiamate sempre più a essere luogo di mediazione tra se stes- se, tra le singole parrocchie e tra le parrocchie e la diocesi.

sentatività di tutto il ter- ritorio si rende necessaria una «struttura pastorale» che sia di mediazione e che possa essere a vantaggio - da una parte - della particolarità delle parrocchie e - dall’al- tra parte - dell’unità della diocesi. Nella prassi ecclesiale queste strutture mediane si possono chiamare: o foranie o vicariati o decanati o zone pastorali . Il Codice di dirit- to canonico (Cic) le equipara nella loro natura e funzione, perseguendo un intento di «buon senso pastorale». 2. È importante non stravolgere la natura di que- ste strutture. È da tener ben presente che non sono «enti ecclesiastici» o «enti civili» come invece lo sono le par- rocchie e la diocesi. Esistono essenzialmente in funzione di esse e sono «strumenti» pasto- rali che le devono favorire . Il Cic e la prassi delle nostre diocesi sono chiari a riguar- do: le foranie permettono che le singole parrocchie non siano mondi a sé stanti o isole, ma fan sì che si pos- sano coordinare e aiutare in alcune esigenze pastorali e possano operare in comunio- ne con la diocesi. Giorno dopo giorno con- statiamo come uno scambio e un aiuto vicendevoli tra parrocchie siano necessari per la loro vitalità. Il ministero presbiterale ormai da tempo è in questa condizione. Occorre che con- sideriamo queste «strutture pastorali» in questa prospet- tiva, altrimenti le facciamo diventare un inutile e svan- taggioso oggetto di contesa. Le nostre comunità parroc- chiali abbisognano di essere sostenute e consolidate in un vicendevole riconosci- mento e aiuto. 3. Riprendo qui il «foglio di lavoro», titolato Ipotesi «Foranie» , datato 20 marzo 2017 e presentato a tutto il presbiterio. Quattro erano gli aspetti considera- ti: I. Che cosa si intende per «Forania»; II. Come opera la Forania; III. Come si orga- nizza la Forania; IV. Come sperimentare la Forania. In quest’ultimo punto è stato proposto alle foranie e decanati un incontro in cui fosse presente un rap- presentante del Consiglio pastorale di ogni parroc- chia, assieme al proprio parroco, per confrontarsi a partire dalla scheda di lavo- ro redatta il 4 maggio 2017 sulla medesima questione.

Da quella consultazione è nata la proposta di una «spe- rimentazione» tra foranie e decanati , presentata e ulte- riormente integrata nell’in- contro unitario con tutti gli organismi diocesani del 10 giugno 2017. Nasceva così l’ipotesi di «possibili convergenze» poi concretizzate in queste sei combinazioni: a. Decanato di Corti- na d’Ampezzo - Forania del Cadore - Forania del Come- lico b. Forania di Zoldo e di Longarone - Forania dell’Alpago c. Forania di Belluno d. Decanato di Livi- nallongo - Forania di Agordo e. Forania di Santa Giustina - Forania di Sedico f. Forania di Feltre - Forania di Lamon - Forania di Pedavena 4. I vicari foranei ave- vano approfondito tale que- stione - fin dall’incontro del 12 ottobre 2016 - indicando l’opportunità di un periodo di sperimentazione di due anni , che comprendesse an- che il tempo necessario per rinnovare i Consigli pasto- rali parrocchiali. Quindi la sperimentazione in atto conti- nuerà lungo tutto l’anno pa- storale 2018-2019 . Questo ci permetterà di operare un di- scernimento più oculato at- traverso dati di esperienza, per poi poter determinare una configurazione pasto- rale più stabile del nostro territorio diocesano. 5. C’è un aspetto im- portante da considerare per motivare la necessità di que- ste «convergenze». Si tratta della questione enunciata nell’Assemblea del Presbi- terio (31 maggio 2018) ed esplicitata nel quinto punto degli orientamenti pasto- rali su « La prossimità e la collaborazione tra le comuni- tà parrocchiali ». Essa ci im- pegnerà lungo questo anno pastorale: «Durante l’anno pastorale è necessario dare compimento alla scelta - già avviata negli anni addietro - di affidare più parrocchie a uno o più parroci, estenden- dola a tutte le parrocchie. Negli organismi pastorali si opererà un discernimen- to per portare a termine un disegno globale di collabo- razione pastorale tra le par- rocchie in tutta la diocesi». Si ricorda che oltre al mini- stero presbiterale - già 123 parrocchie su 158 hanno il parroco «in condivisione» - vi sono altri evidenti segni

il commento A breve la nomina dei provicari In vista dei Consigli pastorale e presbiterale

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