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L’Amico del Popolo 20 seTTEMBRE 2018 - N. 37

istituto «sperti» domenica 9 settembre Il grazie della comunità a suor Anna e suor Giulia A Belluno dal 2000 e dal 1996, hanno servito in ospedale e nel convitto

Domenica venticinquesima del T.O. La parola della settimana «Avevano discusso chi fosse il più grande» (Mc 9,30-37)

La scorsa domenica il Vangelo di Marco ci ha mostrato come il primo annuncio della passione abbia trovato l’incompren- sione, il cuore duro e l’in- ciampo addirittura satani- co in Pietro, radicato nelle sue idee e nei suoi sogni di «potere» e di «sapere». Il se- condo annuncio della pas- sione trova ancora dei cuori duri, e non ha più successo del primo. In primo luogo il testo ci dice che i discepoli «non comprendevano que- ste parole e avevano paura a chiedergli spiegazioni»… insomma c’è un «non capi- re» e un «non voler capire». i dodici senza scusanti Qui i Dodici non hanno scusanti in quanto Gesù diceva queste cose circa la sua passione con franchez- za, senza veli. Ma sono pro- prio le cose dette così che spaventano e si vogliono scavalcare a ogni costo. D’altro canto la passione viene meglio specificata da un particolare che non è secondario; non si par- la più di «anziani, sommi sacerdoti e scribi», qui si parla di «uomini»: il Figlio dell’uomo è consegnato nelle mani degli «uomini», significa che non basta non far parte di quelle categorie storiche per essere innocen- ti in questa storia di dolore del Figlio dell’uomo. Sono gli uomini i destinatari di quella «incomprensibile» consegna da parte del Pa- dre. Gli uomini ne faranno ciò che vorranno, fino a ucciderlo appendendolo a una croce. una condanna nessuno escluso Tutti gli uomini. Nessu- no escluso. Non sono stati né Giuda, né quegli Ebrei, né il Sinedrio, né Pilato con i romani… Certamen- te loro hanno fatto la loro parte materialmente e sto- ricamente, ma sono le mani di tutti gli uomini a essere macchiate del suo sangue che, paradossalmente, ha lavato e salvato tutti. Tut- to questo mistero di amore, però, resta chiuso al cuore di quei Dodici che sono proprio i più vicini a Gesù; e Marco sottilmente ce ne spiega qui il motivo: non può capire l’amore chi è teso a cercare primati, privilegi e potere. volere i primi posti Dice il testo che i Dodici sono «per via»: un’espres- sione importante che ci richiama alla nostra quo- tidianità, al nostro essere «per via» nella sequela di Cristo; ma i Dodici, invece di seguire davvero Gesù che va alla consegna, seguono se stessi, le loro idee, i lo- ro deliri di potere… Pietro avrà anche obbedito e sarà tornato «dietro» a Gesù, co- sì come gli era stato detto,

ma è rimasto con il cuore lì dove era andato e cioè da- vanti a Gesù, a sbarrargli il passo e a insegnargli come doveva fare il Messia. Pie- tro e gli altri pensano che il Cristo debba essere potente perché vogliono gustare una fetta di quel potere. «Chi è il più grande tra noi?». «Chi comanda?». Continuano a non capire, e in questo se- condo annuncio della pas- sione Marco ci mostra che questo non capire non è solo teorico; l’evangelista, infatti, ci mostra un modo concreto, pratico dell’incom- prensione: cercano i primi posti. Volere i primi posti, voler apparire, volersi im- porre sugli altri mostra quanto si sia lontani dalla via che Gesù ha imboccato. Loro vogliono i primi posti. Una cosa però cer- tamente l’avevano capita: Gesù non la pensava così. Certamente, alla doman- da circa la natura dei loro discorsi, essi tacciono. Si vergognano? Non vogliono affrontare il discorso? Non vogliono ancora sentirsi di- re, con franchezza, quelle cose che tanto li turbano, e che vogliono distoglierli dai loro sogni di potenza? il ‘‘posto’’ di dio Gesù è paziente, e comu- nica ancora ai suoi, con del- le parole e con un gesto, le vie incredibili e paradossali che vuole e che deve imboc- care; ecco le vie incredibili di Dio: loro, i discepoli, desiderano i primi posti, Gesù desidera l’ultimo po- sto! Quel bambino che Gesù pone al centro abbraccian- dolo, è segno non di inno- cenza ma dell’ultimo posto che Lui vuole abbracciare per indicare al mondo le vie del Padre. Gesù abbraccia, accoglie quell’ultimo posto, quello che occupano i bam- bini, del tutto dipendenti e fragili. Ai discepoli che sognano potenza Gesù pre- senta un’icona di impoten- za dicendo che chi accoglie quella debolezza, quella fragilità nel suo nome ac- coglie Lui stesso e, parados- salmente, Dio… E qui Marco è di una for- za straordinaria, in quanto ci mostra che all’ultimo po- sto c’è addirittura Dio. La Chiesa non è la comunità dei perfetti ma dei perdona- ti. Gli apostoli pagheranno a caro prezzo la loro suppo- nenza: davanti allo scanda- lo della croce e davanti al- la loro paura ritroveranno l’autenticità del loro cuore e diventeranno - finalmente - capaci di amare. Fra noi sia così: guardiamo ai bambini che tutto attendono dagli adulti, che si fidano, che attendono. Non diventiamo infantili, ma trasparenti e puri, desiderosi di essere presi in braccio da Dio, ca- paci di vedere la luce e la bellezza e il gioco in ogni evento. Bambini nel cuore e nel giudizio, adulti nelle azioni e nella forza di ama- re. Come Cristo.

È la frase principale che ha guidato la comunità dell’istituto «Sperti» il 9 settembre, nell’incontro di preghiera di saluto a suor Anna Tagliapietra e suor Giulia Duina, a cui hanno partecipato il vescovo Re- nato Marangoni, il vicario generale don Graziano Dal- la Caneva e don Christian Mosca. L’evangelista Gio- vanni ci ha aiutato a legge- re la realtà della comunità religiosa, coinvolta nei mo- vimenti apostolici, ad acco- gliere l’oggi di Dio e le sue sorprese che si manifestano anche nel trasferimento di comunità delle due suore. Il vescovo, rifacendosi alla Parola di Dio ascoltata, ci ha sollecitate a continuare a gettare le reti come Pie- tro e a continuare a vivere la carità, espressione del no-

pastorale diocesano e per il volontariato settimanale al- la mensa dei poveri dei frati Cappuccini a Mussoi; a suor Giulia, a Belluno dal 1996, per la sua presenza e il ser- vizio di educatrice presso l’Istituto Sperti a favore del- le ragazze del convitto che provengono dal Bellunese e da alcune realtà venete, per motivi di studio. Suor Anna sarà trasferita a Venezia, comunità «La Veronica»; suor Giulia a Brescia, «Casa Maria Bambina». Alla pre- ghiera ha fatto seguito con un momento conviviale vis- suto in semplice fraternità. La sofferenza per il distacco è grande, ma più forte è il grazie al Signore per il cam- mino condiviso insieme, cer- ti che la preghiera e il bene fatto e ricevuto continuerà a tenerci uniti.

BELLUNO - Da sinistra: suor Giulia Duina, il Vescovo Renato Marangoni, suor Anna Tagliapietra.

stro carisma e compimento di tutto, nel «benedetto Istituto». Un grazie corale al Signore è stato espresso per il dono di suor Anna, a Belluno dal 2000, per la sua presenza e il servizio svolto

nella pastorale della salute presso l’ospedale «San Mar- tino», per il suo servizio di delegata vescovile per la pastorale della salute ini- ziato quest’anno, per la col- laborazione nel Consiglio

facen sarà inaugurata venerdì 21 alle 20 70 sassi e pietre dai santuari mariani per la candela a Maria La candela arderà accanto a una statua scolpita in cirmolo da Bottegal

Venerdì 21 settembre alle 20, in Fa- cen di Pedavena, la Comunità di «Villa San Francesco» del Cif (Centro italia- no femminile) di Venezia, sente il bi- sogno di dire grazie alla Madonna per le tante attenzioni e sensibilità da El- la manifestate a migliaia di ragazzi e giovani che qui hanno vissuto e vivono. Verrà inaugurato il Capitello Mariano ideato e realizzato anche da loro, con l’aiuto di educatori e volontari. La statua mariana, scolpita su legno di cirmolo dall’artista feltrino Antonio Bottegal, poserà su pietre significati- ve dal sapore mariano e avrà vicina una grande candela composta da 70 sassi e pietre, a memoria dei 70 anni di vita della Comunità, pietre simbolo raccolte, prese, trovate nelle vicinan- ze di Santuari Mariani italiani e non italiani, come a chiese dedicate alla Madonna. Una stella alpina, raccolta sulla

tomba di un milite senza nome, se- polto nel cimitero di Santo Stefano di Cadore, verrà messa a dimora in un grande sasso prelevato dall’Isola dei morti di Moriago della Battaglia, la Prima Guerra mondiale, donato al Museo dei sogni, della memoria, della coscienza e dei presepi, dall’allora sin- daco Pergentino Breda. È stato chiesto aiuto ai rettori di 100 santuari mariani, come a persone at- tente alla Madonna, persone queste che hanno risposto in maniera sor- prendente ed edificante. L’iniziativa, partita il 15 agosto, festa della Madon- na Assunta in cielo, ha incontrato un grande interesse in tante parti d’Ita- lia. I sassi necessari sono già arrivati (oltre 90), accolti con grande emozione dai ragazzi e dai giovani che vivono in Comunità. Guiderà il rosario comuni- tario don Attilio Riva, orionino, diret- tore delle Poste Vaticane, con lo snodo

della processione dalla Casa Emmaus in Facen di Pedavena, (seguire le in- dicazioni dell’acquaiolo), la sosta al capitello della scalinada dedicato alla Madonna e che un tempo portava la scritta «Mi posero qui perche’ vi cu- stodisca», nell’Oratorio San Francesco Saverio, la successiva dimora all’in- gresso della Comunità. Il sacerdote orionino indosserà la stola ricamata appositamente nel Monastero del Santissimo Redentor ad Atlixco in Messico e donata alla Comunità. Viene subito manifestata gratitudine, a quanti vorranno ono- rare la Madonna. Si prega, per chi parteciperà, di arrivare con un poco di anticipo, questo per parcheggiare le vetture, vista l’annosa questione degli incontri formativi e di preghiera comu- nitaria del lunedì, quella di trovare posto in Facen. La serata di preghiera avverrà con qualsiasi tempo.

antole-sois e bes Don Lino Agostini, 40 anni di Messa Il grazie della comunità al Signore

santuario del nevegàl Suor Briselda è la superiora

santuario di san vittore La nuova Via crucis

ANTOLE - Le comunità parrocchiali di Antole-Sois e Bes han- no festeggiato il loro parroco, don Lino Agostini (al centro), nel 40esimo di ordinazione sacerdotale avvenuta il 9 settembre 1978. Un momento di ringraziamento e di festa, organizzato spontaneamente dai parrocchiani anche con la collaborazio- ne dei genitori dell’asilo parrocchiale che hanno fatto perve- nire a don Lino la benedizione di Papa Francesco per questo importante traguardo. Una festa per dire grazie al lavoro e alla disponibilità verso tutti di don Lino.

Una delle stazioni. Domenica 23 settem- bre, dopo il concerto delle 18, benedizione della via Crucis in icone realizzata da Mercedes Fontanive per la cappella feriale.

Suor Briselda. Da domenica 16 set- tembre, nuova superio- ra nella comunità delle suore del Nevegàl. Suor Briseida viene dalla casa madre di Breno (Bs).

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